Oggi scrivo sul mio blog la ricetta delle madaleine alla nocciola glassate, la pubblicazione fatta nei vari gruppi di amatoriali su facebook ha riscosso successo e molti di loro aspettano impazienti la ricetta. Dopo la preparazione dei canestrelli che avevano sollevato l’umore alla mia giornata, pervasa dagli odori che la frolla sprigionava in cucina, mi viene in mente che avevo della glassa rocher avanzata da un precedente dolce e volevo utilizzarla… avevo sotto mano la Bibbia di Di Carlo da dove avevo preso la ricetta dei canestrelli, penso a delle madeleine alla nocciola e cerco la ricetta…trovo però quella delle madeleine al pistacchio e lamponi che poco si sposavano con la mia glassa, decido allora di sostituire la pasta di pastacchio con della pasta di nocciole ed il risultato sono delle buonissime e profumate madeleine alla nocciola glassate. Comincio a scrivere l’articolo e ad un certo punto mi viene in mente dell’associazione che spesso ho sentito fare delle madeleine a Proust, così decido di andare su internet e leggere di cosa si trattasse. Da una semplice curiosità rimango colpita da quanto ho letto a tal punto da fermarmi un attimo a riflettere… Queste piccole conchiglie, soffici e burrose introducono il primo capitolo “Alla ricerca del tempo perduto” del romanzo di Marcel Proust, il narratore mentre ne assaggia una ricorda quando le mangiava da piccolo, preparate ogni domenica dalla zia Léonie…l’olfatto ed il gusto richiamano nell’autore la memoria e la rievocazione dei ricordi dimenticati da tempo. Spesso capita anche a noi nella vita di tutti i giorni che un odore, un profumo, un sapore o un gesto ci rievochi ricordi e sensazioni di un tempo passato…così anche a me capita spesso di percepire degli odori che mi ricordano mio padre…ricordi repressi da un rapporto interrotto, ma spesso rievocati da un odore o un gesto che lo riporta alla mente e che provoca sofferenza…perchè ci sono e sono parte di te e della persona che sei e sopratutto non possono essere cancellati. Un mio dolce nasce da un momento, da un pensiero, dall’affetto verso una persona stranamente una madaleina nasce per caso e sprigiona ricordi e pensieri.
Mi piace riportarvi l’estratto che ho letto…
Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta ? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della maddalena. Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva ? Che senso aveva ? Dove fermarla ? Bevo una seconda sorsata, non ci trovo più nulla della prima, una terza che mi porta ancor meno della seconda. E tempo di smettere, la virtù della bevanda sembra diminuire. E’ chiaro che la verità che cerco non è in essa, ma in me. E’ stata lei a risvegliarla, ma non la conosce, e non può far altro che ripetere indefinitivamente, con la forza sempre crescente, quella medesima testimonianza che non so interpretare e che vorrei almeno essere in grado di richiederle e ritrovare intatta, a mia disposizione ( e proprio ora ), per uno schiarimento decisivo. Depongo la tazza e mi volgo al mio spirito. Tocca a lui trovare la verità…retrocedo mentalmente all’istante in cui ho preso la prima cucchiaiata di tè. Ritrovo il medesimo stato, senza alcuna nuova chiarezza. Chiedo al mio spirito uno sforzo di più…ma mi accorgo della fatica del mio spirito che non riesce; allora lo obbligo a prendersi quella distrazione che gli rifiutavo, a pensare ad altro, a rimettersi in forze prima di un supremo tentativo. Poi, per la seconda volta, fatto il vuoto davanti a lui, gli rimetto innanzi il sapore ancora recente di quella prima sorsata e sento in me il trasalimento di qualcosa che si sposta, che vorrebbe salire, che si è disormeggiato da una grande profondità; non so cosa sia, ma sale, lentamente; avverto la resistenza e odo il rumore degli spazi percorsi…All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di maddalena che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio….”
(Marcel Proust, Dalla parte di Swann)
Ingredienti per circa 36 madeleine
- 150 g di burro
- 75 g di pasta di nocciole
- 100 g di zucchero
- 40 g di zucchero di canna
- 15 g di miele
- 1 g di sale fino
- 3 g di buccia di arancia grattugiata fine
- 1/2 bacca di vaniglia
- 165 g di uova intere
- 150 g di farina 00
- 5 g di lievito per dolci
Procedimento
Montare il burro ammorbidito con la pasta di nocciole, gli zuccheri, gli aromi ed il sale. Unire poco alla volta le uova, terminare con la farina setacciata con il lievito. Imburrare uno stampo per madaleine, mettere l’impasto in una sac a poche e dressarlo dentro le apposite cavitá delle madaleine. Non arrivare fino al bordo ma fermarsi a 3/4. Passare la teglia mezz’ora in frigo e cuocere in forno a 190° per 12 minuti.
Ingredienti per la glassa
- 250 g di Cioccolato fondente al 60%
- 65 g di olio di riso
- 80 g di granella di nocciole
Procedimento
Sciogliere al microonde il cioccolato fondente fino a 45° C. Unire l’olio di riso al cioccolato fondente sciolto e mescolare, infine inserire la granella nocciole.
Assemblaggio del dolce
Dopo aver fatto raffreddare le madeleine passale nella glassa e sistemarle su una teglia coperta da carta da forno. Mettere 15/20 minuti in congelatore in modo da consentire alla glassa di rapprendersi.